Addio

trasformare artisticamente

Quante note mai suonate, quante notti a bere vino
Quante stelle mai cadute e desideri dentro il cuore
la chitarra che è un fucile per sparare solo a salve
a salutare un nuovo sogno, una nuova libertà.

Non ti fidare dei pirati, degli zingari e del mare
e neanche dei poeti che camminano di notte.
Ti rapiscono e poi gettano il tuo cuore più lontano
e non potrai più ritornare, non potrai più ritornare.

Che ti insegna a far l’amore tra le pieghe delle stelle,
tanto forte e tanto bello che ti fa scoppiare il cuore
come la rivoluzione che può fare una canzone,
come il canto di quel gallo che non ti tradisce mai.

Me lo hai detto francamente una notte a bere vino
che non serve che noi diamo la poesia proprio a un bel niente.
Si dovrebbe invece fare proprio come fa un bambino
e lasciare in tutto quanto la poesia che già c’è.

Aspetterò ogni primavera, aspetterò la fine a Maggio
e chiuderò dentro ogni abbraccio tutti i ricordi migliori
e starò sempre dalla parte di quei bellissimi perdenti
e darò poi il nome tuo a tutti quanti i fiori.

9 Giugno 2013
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