la neve a Roma

interpretare artisticamente

Camminare per le strade imbiancate della Capitale, Roma, una delle mie città. La prima delle mie città. Roma che la ami e la odi, che vive del suo passato, che non ti fa vedere il futuro, che ti inebria di contraddizioni, lasciata sola, stracolma di persone che mentre si lamentano trovano sempre un modo di stare insieme. Anche mandandosi a fanculo all’occorrenza, ma mai ignorandosi. Roma, la sua autoironia sprezzante, cinica, codarda, coatta, con la sua blasfemia cattolica, i suoi sorrisi amari, la dolcezza dei suoi tramonti. Roma, vessata dai politici di ogni sorta, stuprata da mafie e mafiette, da furbi e furbetti, insozzata dai romani, che i romani non esistono e non sono mai esistiti. È un modo d’essere, un modo di pensare, un modo di insultarsi per dirsi che ci si vuole bene. Un modo di fregarsi pensando alla volta dopo quando ci si darà una mano. Roma, cinica e frustrata, una vecchia matrona alcolizzata, una nobile in decadenza, una borghese arricchita, una parassita senza scrupoli.

Roma, che con la neve si trasforma in una bambina eccitata, con gli occhi che brillano, che scende per le strade e pensa solo a giocare e a dire al mondo intero guarda quanto sò bella, mortacci mia!

26 Febbraio 2018
Condividi su

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *