io le cose le faccio, mica le leggo sui libri

trasformare filosoficamente

La scissione tra testa e mano, ci dice Marx, è una delle prime forme di divisione del lavoro. E’ una delle prime forme attraverso cui si può operare lo sfruttamente del lavoro perché stabilisce un rapporto di potere. Tale rapporto di potere un tempo propendeva per il pensiero, mentre chi aveva come forza soltanto quella del corpo, perché non aveva studiato, era sottomesso al padrone letterato e acculturato.
Percorrere in modo scientificamente ineccepibile la storia di questa tipologia di divisione del lavoro sarebbe un lavoro (!) molto lungo e forse inappropriato per questo sito, ma sicuramente è facile riconoscerne il totale ribaltamento nei giorni nostri, in determinati ambienti sociali, che sono quelli “medio-bassi”. (Non è un giudizio di valore etico, ma economico: medio-bassi redditi).

Negli ambienti a medio-basso reddito se hai studiato e hai una preparazione culturale di alto livello sei automaticamente sottomesso: non parli un linguaggio comprensibile, eviti di proiettare le tue frustrazioni perché sai che è questo un meccanismo sociale deprecabile, ti infervori per questioni ideali e non pensi mai che ciò possa essere preso sul personale, fai riferimento a questioni annose di filosofia, antropologia, storia, citi gli autori… rifletti prima di fare qualcosa che ti viene chiesto. In genere finisce che o ti incattivisci, o dimagrisci terribilmente, o ti vengono malattie psicosomatiche o tutte queste cose insieme.

Gli ambiente ad alto reddito invece si sono spartiti i loro mondi e badano bene a tenere seprata la sfera tecnico-pratica da quella teoretico-intellettuale. Le due sfere si contendono la “scienza” da secoli, però. E si capisce qual è la sfera che produce di più quando essa è riuscita a reclamare la “scienza” dalla sua parte. Così quando “scientifica” è la filosofia, l’economia e l’umanesimo in generale significa che la sfera teorico-intellettuale produce di più e ha dato vita a una classe dirigente solida. Quando invece “scientifica” è l’ingegneria, la biologia e la chimica allora vuol dire che i grandi capitalisti stanno cavalcando l’onda della produzione. Poi ci sono quegli ambiti più mercenari che a seconda di dove propende la scientificità allora sono più umanisti o più tecnici: l’architettura, la matematica, la fisica…

Da questo punto di vista la “ricerca” assume tinte molto chiare. Cosa ricerco? Innovazione tecnologica? E che me ne faccio di un letterato?

E purtroppo qui sta l’errore!

E’ orribile vedere persone nel fiore dei loro anni, della loro vita, della loro bellezza e forza, è orribile vederli smagriti, consunti, ingirigiti, ripiegati su se stessi e induriti nel corpo e nello spirito. Tutte persone che forse hanno una preparazione umanistica, perché negli anni ’90 era quella che andava alla grande! E allora si lasciano punire dalle loro aziende, dai loro capi, si lasciano punire per non avere una preparazione tecnica eppure per essere geniali. E così si lasciano punire perché loro sono indispensabili, perché con tutto il carico di lavoro che sopportano poi dopo chi altro potrebbe farlo?

L’azienda a volte è lo Stato stesso, per esempio con la gestione delle partite iva. Quando esistono gli studi di settore stai tranquillo almeno di far parte di una corporazione. Quando invece ti ritrovi con i cosiddetti minimi, ecco lì che manco hai la protezione della famigghia. E allora la nuova lotta tra i trentenni frustrati è tra chi ha il posto in un’azienda e chi è partita iva. Entrambi rivendicano la scelta fatta sempre e comunque in opposizione all’alternativa possibile, vista come impossibile per molteplici ragioni psicologico-culturali (la famiglia di provenienza – perché comunque a noi degli anni’90 la psicologia ce l’hanno servita a colazione – la formazione universitaria, l’esperienza di mia zia). E così gli stressati del posto fisso sanno tutto su come funziona il lavoro delle partite iva. Gli stressati delle partite iva, a loro volta, se non ambiscono al posto fisso, sanno bene da cosa fuggono e quindi sanno bene com’è il posto fisso.

La verità è ovviamente che nessuno dei due conosce come funziona il lavoro dell’altro. E in questi casi è sempre meglio o tacere o fare delle domande mosse da sincera curiosità. Altrimenti c’è sempre il buon vecchio metodo di autocomprensione di se stessi e capire se per caso non c’è invidia, frustrazione e insoddisfazione profonda.

Purtroppo le rivendicazioni oggi ce le hanno lasciate solo facendoci universalizzare la nostra piccolissima e alquanto misera esperienza individuale. Così le battaglie sono tutte battaglie di opinioni: il lavoro secondo me, il femminismo secondo me, la Grecia secondo me.

Nei periodi di crisi, dallo stoicismo in poi, avviene sempre una particolarizzazione e un ripiegamento in se stessi, la differenza dallo stoicismo e dall’Atene del IV secolo dovrebbe essere che sono trascorsi 2500 anni in cui l’essere umano, visto che è dotato di questo organo che rivendica così tanto e spesso (tanto per essere chiari, mi riferisco al cervello…) che lo differenzia dagli animali, ecco magari se nella sua interiorità ci trova sti duemilaecinquecento anni non sarebbe male. Ma tant’è che non li ha trovati.

E’ tutta una questione di libertà e di umanità. Lasciarsi avvizzire, torturare e poi riconoscere il tuo nemico nel torturato avvizzito come te significa aver perso questa questione.

19 Febbraio 2015
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