C’è un bisogno che non è una necessità. Si chiama Uomo

interpretare filosoficamente

Perché c’è un modo di pensare che l’uomo non sia i suoi diritti. c’è un modo per sapere, per fare un uomo che sia poesia, un dovere anarchico che non confonda mai la colpa con la vita.

c’è un uomo che sa, che può la sua umanità, che si volta sorridendo solo per fare un po’ di poesia.

c’è un uomo che non potrà mai confondere se stesso con i rapporti sociali codificati e incarcerati nelle leggi della giustizia, del giudizio, della pena, della condanna.

c’è un uomo che stringe le mani in abbracci, che serra le labbra in baci, che spalanca gli occhi con meraviglia. che sente prima di ascoltare. che capisce invece di giudicare.

c’è un uomo che il suo fucile è un obbiettivo. che i suoi piedi sono il suo cuore, che i suoi occhi sono le sue mani.

c’è un uomo che sono miliardi di uomini. un uomo solo che è tutti gli uomini.

che da. che da e basta, che non prende, che pianta semi, che appena il bicchiere è pieno può solo brindare. può solo brindarne.

ci sono uomini, che in quanto uomini, sanno di essere uomini. solo, soltanto, semplicemente uomini. nient’altro.

c’è un uomo, che sente freddo, che sente caldo, che arrossisce, che i suoi chilometri hanno un rumore che è musica, che le sue immagini hanno un rumore che è uno sparo. che le armi bianche non c’entrano niente col forsoro.

che la storia, che la memoria non ha niente a che fare col fosforo.

che gli ideali non sono morte, ma vita. che una nota è vino e poesia.

ci sono uomini che non lo sanno quanto sanno. quanto sanno di buono. quanto il retrogusto è il gusto stesso.

ci siamo noi uomini, che abbiamo paura e non abbiamo paura di averne.

ci sono fratelli, che ti chiedono aiutono uccidendoti un po’ per farti sentire vivo. che quella vita è l’unica degna di essere vita, perché è insieme, perché da sola è morte.

c’è un uomo che da solo è morte.

c’è un avere che è solo dare. una nudità che non è pornografia. una luna che sembra una patata.

pomodori che crescono su un balcone di periferia.

c’è una pugnalata al cuore, che davvero ce l’hai solo perché sei salito di livello.

c’è una vita che è bello soffrire, che la resistenza non è mai sopportare. che la disperazione è solo quando la speranza è l’unica compagna di un gioco più grande di te.

c’è da alzarsi da quel divano, da cui puoi comodamente essere rimborsato. c’è da essere insoddisfatti e mai rimborsati.

c’è da bere sudore. quello di quando fai, quando davvero lo fai, l’amore.

29 Gennaio 2013
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