il movimento delle strisce pedonali.

interpretare politicamente

Populista, fascista, rivoluzionario, una piazza di gente stanca e arrabbiata, post-berlusconismo, comunista… riuscire a inquadrare Grillo e il suo movimento, o quello di cui si fa semplicemente portavoce, non è facile. Non è facile per niente.

Ma forse non è nemmeno così importante. E non lo è per un motivo fondamentale: il movimento 5 stelle con i suoi comici, i suoi vaffa e i suoi liberi cittadini non è un movimento politico. Inoltre, non è un movimento politico con una visione delle cose, con una prospettiva, insomma.

Ciò che tutti questi italiani arrabbiati rivendicano è semplicemente una società civile. E il vulnus di tutta questa operazione pseudopolitica di tale movimento è proprio qui: confondere la società civile con la società politica.

L’unione di queste due società è indubbiamente un obbiettivo importante, una prospettiva da realizzare, da cui siamo ancora molto distanti, perché la separazione tra queste due entità è ancora molto forte. L’unione della società civile con la società politica corrisponde in un certo senso alla democrazia diretta, in senso pieno all’anarchia, o comunque a una forma di governo che non preveda la delega, in cui la società civile stessa prenda decisioni in modo diretto, ossia direttamente politico, per il governo di se stessa.

Il movimento 5 stelle, invece, è una cosa all’italiana. Una cosa che ha bisogno di un portavoce che sappia fare spettacolo, che si assuma questo compito di capopolo pronto a risvegliare le coscienze, additando alternativamente chiunque si trovi in una posizione di potere per fare piazza pulita. Mentre lui ricrea Piazza Venezia.

Piazza Venezia sì. Non per qualche riferimento a Mussolini e al fascismo, ma in riferimento proprio alla piazza, all’italietta stanca che fa della politica da bar l’unico linguaggio comprensibile. L’italietta che si lamenta della società politica, mentre non sa neppure il significato di società civile.

La società civile è quella cosa formata da tutti i cittadini, da tutti gli elettori, che non si candidano per un posto in Parlamento.

La società civile è sicuramente una società ed è sicuramente civile.

Quella battuta di Grillo, che bisognerebbe partire dall’alto invece che dal basso, che ha fatto tanto ridere e agitare i forconi dell’italietta, è una frase priva di senso, di tutti i sensi: del senso civico, del senso del futuro, del senso della trasformazione, del progresso.

Grillo parla a una piazza che non ha nessuna delle caratteristiche che servono per fare una vera rivoluzione dal basso. Perché quel basso che lui tanto biasima per invertire la rotta, è un basso che sta ancora molto in basso. E’ un basso che non ha nessuna orizzontalità, nessuna capacità di scambio, nessuna voglia di cominciare da se stesso per trasformare davvero le cose.

Grillo rappresenta la pigrizia della società italiana di faticare per rivoluzionare davvero lo stato di cose.

Per riassumere quello che potrebbe diventare un sermone troppo lungo, diciamo che, come esempio, si possono sfruttare le strisce pedonali.

Se invece di votare Grillo, ci si fermasse, col mezzo di trasporto cui siamo alla guida, alle strisce pedonali, avremmo realizzato un piccolo passo in avanti verso la costituzione di una società civile che sappia rispettare se stessa, attraverso l’altro. Un piccolo passo che dimostrerebbe l’impossibilità di metterle davanti agli occhi un governante, rispetto a cui possa aver preso un abbaglio.

L’elettore di Grillo, prima di votare Grillo, dovrebbe almeno chiedersi se si ferma alle strisce pedonali.

 

24 Febbraio 2013
Condividi su

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *